Calabria-29/10/2020: Comitato Difesa Consumatori una eventuale patrimoniale, al tempo del coronavirus come funzionerà?
COMUNICATO STAMPA
Comitato Difesa Consumatori una eventuale patrimoniale, al tempo del coronavirus come funzionerà?
Il prof. Pietro Vitelli Presidente del Comitato Difesa Consumatori si chiede cosa si nasconde dietro la espressione già utilizzata “lacrime e sangue” .E se applicata….. come funzionerà la patrimoniale? Come tutelarsi?
Circolano voci di corridoio su un eventuale possibile prelievo dai conti concorrenti e, ovviamente tutto dipenderà se verrà decisa e da come verrà scritta la norma legislativa dagli attuali organi di Governo. E’ auspicabile che ciò non accade fa sapere il prof. Pietro Vitelli responsabile del Sodalizio denominato Comitato Difesa Consumatori, al momento possiamo solo fare delle ipotesi. Lo scenario futuro di una patrimoniale in Italia è una voce che ricorre già da alcuni mesi, anche in considerazione della grande necessità di raccogliere denaro in tempi brevi per far fronte all’emergenza coronavirus e la popolarità che riscuote è quella che viene vista da molti come una “tassa sul ricco”. Bisogna tener poi presente che la patrimoniale, come dice il termine stesso, è un’imposta che colpisce il nostro patrimonio, indipendentemente dal nostro reddito, e in Italia c’è già, tutto questo lo sanno molto bene i consumatori che investono . Basta fare l’esempio del “ bollo sul dossier titoli” . In questo caso si tratta di una patrimoniale variabile, perché è in percentuale, lo 0,2% del valore degli strumenti finanziari che i consumatori che investono hanno in portafoglio al 31 dicembre di ogni anno e fa fede l’estratto conto depositi titoli. Ma la patrimoniale può essere però anche un importo fisso, continuiamo con l’ esempio ovvero “ il bollo sul conto corrente” pari a 34,2 euro fissi che gli investitori-consumatori pagano sulla giacenza media del conto nell’anno che normalmente supera i 5.000 euro. Ma non finisce qui ,prosegue Pietro Vitelli noi consumatori paghiamo dal “ bollo auto” alle tasse sugli “immobili”, molte sono le patrimoniali già in vigore, in Italia, e che è il caso che i consumatori-utenti non devono e possono dimenticare in quanto le stanno già pagando. Comitato Difesa Consumatori per non dimenticare vuole rammentare il possibile prelievo nel bel mezzo della notte . Operazione governativa già posta in essere. E quale peggior patrimoniale rimasta nell’attuale memoria dei consumatori è il prelievo forzoso del 1992, attuato dal Governo Giuliano Amato, che nottetempo, prelevò dai conti correnti bancari degli italiani lo 0,6% del saldo. Si potrà ripetere? Ci chiediamo noi di Comitato Difesa Consumatori pur non potendolo dare per certo, poiché, come abbiamo anticipato, dipende se è una reale volontà dell’attuale Governo e come verrà scritta la legge, in quanto la probabilità che vengano messe le mani direttamente nel nostro conto esiste eccome, data la facilità ad attingere a quello che è in buona sostanza denaro liquido. E per evitarla? Possiamo fare delle ipotesi con la consapevolezza che , “più uno strumento è liquido”, e più sarà facile metterci le mani sopra. In base a questo reale scenario i conti correnti e anche conti deposito sono i candidati ideali a un bel prelievo forzoso. Il suggerimento che possiamo dare, prosegue il prof. Vitelli responsabile del Comitato Difesa Consumatori è una soluzione di buon senso che resta comunque quella di non tenere troppa liquidità sul conto facendo così, magari, forse si evita di pagarci il bollo. L’alternativa per i consumatori-utenti di ripiegare magari su uno o più conti deposito? Nemmeno questa suggerisce Pietro Vitelli sembra essere la soluzione ideale, i conti deposito non sono poi molto diversi dai conti correnti, e attingere da essi è semplice ed è esattamente come attingere da un conto corrente. Altri temi caldi sono: la casa i conto titoli e i dividendi : così come abbiamo già disquisito il consumatore paga già una patrimoniale sotto forma di bollo sul deposito titoli “ oggi è lo 0,2% “ in questo scenario lo Stato potrebbe pensare di aumentare l’aliquota. Oppure, potrebbe ritoccare al rialzo la tassazione su cedole e dividendi che oggi per entrambi è il 26%, eccetto che per i titoli di Stato e quelli emessi da enti sovranazionali, ferma al 12,5%. Entrambi questi provvedimenti sono attuabili, ma non darebbero frutti immediati, perché occorrerebbe attendere lo stacco per avere il denaro. Al riguardo il suggerimento che noi di Comitato Difesa Consumatori possiamo dare è di vendere gli investimenti in blocco, anche se in perdita, in quanto per eviterebbe la patrimoniale e così facendo addirittura si potrebbe perdere più di quanto si potrebbe pagare di patrimoniale. Altro tema ricorrente è l’IMU che oggi si paga sulle seconde case e sugli immobili classificati come “di lusso”. Pensare di tornare a pagare questa imposta su tutti gli immobili classificati come prima casa non è poi così irrealistico. Questa ipotesi anche se non appaleserebbe un prelievo che frutterebbe liquidità immediata per lo Stato, potrebbe essere una possibilità non difficoltosa da adottare , magari , ripristinando la vecchia ICI.