Trebisacce-23/12/2020: Morte di un anziano:ennesimo caso do malasanità

Ambulanza in sosta
Ambulanze in fila a CS

TREBISACCE Ennesima storia di malasanità costata la vita ad un paziente anziano di Trebisacce sottoposto a un vero e proprio calvario durato circa 13 ore e culminato con il suo decesso. Questa triste storia di malasanità è stata raccontata nei dettagli in una nota di protesta della CGIL-FP Comprensoriale indirizzata alla Commissaria Straordinaria dell’Asp Cinzia Bettelini, al Responsabile Aziendale del 118 Riccardo Borselli ed ai Sindaci di Trebisacce, di Corigliano-Rossano e di Castrovillari. “Le carenze dell’ex Ospedale di Trebisacce – esordisce così la nota sottoscritta dal Segretario Generale della CGIL-FP Vincenzo Casciaro – bloccano a Rossano un’Ambulanza di Castrovillari che era partita da Trebisacce”. E’ la triste vicenda dell’ottantaseienne paziente di Trebisacce deceduto martedì mattina alle 5.00 a Cosenza dopo aver percorso le stazioni della sua Via Crucis a bordo di un’Ambulanza fatta arrivare da Castrovillari perché la postazione del 118 di Trebisacce al momento può contare solo su 3 Medici che non riescono a coprire la turnazione h/24 per cui per il turno che dovrebbe coprire il Medico assente per malattia (è in Ospedale per contagio Covid) l’Ambulanza risulta non medicalizzata. E’ per questo, secondo quanto si legge nella nota sindacale, che viene chiesto l’intervento del 118 di Castrovillari dalla cui postazione parte un’Ambulanza medicalizzata che, intorno alle 16,00 di lunedì, prende in carico il paziente presunto-Covid di Trebisacce per trasferirlo a Rossano. A quell’ora comincia dunque l’odissea del povero paziente che, pur risultando bisognoso d’ossigeno per problemi cardio-respiratori, davanti al “Gainnettasio” di Rossano viene lasciato per ben 6 ore in Ambulanza prima di essere sottoposto a una Tac. Con lui, sempre secondo quanto riferisce la nota del Sindacato, ci sono i tre operatori sanitari dell’Ambulanza partiti 7 ore prima da Castrovillari, bardati dalla testa ai piedi per motivi di sicurezza e condannati anch’essi allo sfinimento perché senza cibo, senz’acqua e senza la possibilità di andare in bagno. «A Rossano – sempre secondo quanto riferisce la nota della CGIL-FP – dovranno aspettare in quattro: il paziente (poi deceduto a Cosenza alle prime luci dell’alba del 22 dicembre), il medico, l’infermiera e l’autista, perché nessuno, a quanto pare, si fa carico della situazione e a nulla servono tutti i tentativi di sollecitare la presa in carico del paziente. Sta di fatto che solo dopo mezzanotte, stanchi, sfiniti, affamati, i tre operatori sanitari ricevono il cambio, potendo così rientrare nelle proprie case a notte fonda mentre il paziente viene trasferito a Cosenza dove le sue condizioni si aggravano e la sua vita si spegne alle 5.00 del mattino nel silenzio più assoluto». Ma la FP-CGIL Comprensoriale non ci sta e attraverso la stessa nota chiede che venga fatta luce sull’intera vicenda, perché troppi sono gli interrogativi a cui bisognerà dare risposte urgenti ed esaustive. «Intanto, – si legge nella suddetta nota – come è possibile che a Trebisacce non ci sia un medico di turno al 118? Da quanto tempo va avanti questa storia? Cosa ha fatto finora il Dirigente Locale dell’Asp per colmare il vuoto? Lo sa che da tempo un medico convenzionato con il servizio 118 in realtà non lavora nei turni delle Ambulanze ma nella più comoda postazione del Pronto Soccorso di Trebisacce? Il Responsabile del 118 Aziendale dr. Borselli è a conoscenza che un medico del 118 gli è stato sottratto per prestare servizio (spesso in doppia presenza) nel Pronto Soccorso di Trebisacce? Lo sa – continua la serie delle imbarazzanti domande del Sindacalista – il dr. Borselli che spesso le Ambulanze di Trebisacce viaggiano senza medico? Fatto sta – continua la FP-CGIL – che, per colmare la grave deficienza organizzativa di Trebisacce, di cui, a quanto pare, nessuno sembra volersene occupare, è stato necessario sguarnire la postazione del 118 di Castrovillari, che è rimasta senza Ambulanza dalle 16,00 del pomeriggio fino all’alba del giorno dopo. E perché – chiede ancora la FP-CGIL – a Rossano ci sono volute molte ore prima di prendere in carico il paziente? Perché non si è intervenuti prima? Tutta questa disorganizzazione ha rivelato molta disumanità e molto egoismo». Come dare torto – ci si chiede – a questa sigla sindacale se di mezzo c’è la vita delle persone? «Presso l’ex Ospedale di Trebisacce – incalza ancora la FP della CGIL – vanno affrontati problemi seri di organizzazione, a cominciare da quelli di competenza della Direzione Sanitaria che troppe volte trascura le vicende interne o sopporta comportamenti impropri (come quello del medico contrattualizzato al 118 che decide di lavorare al Pronto Soccorso nonostante le gravi carenze di medici fino al punto che da diverso tempo l’Ambulanza di Trebisacce interviene solo con l’infermiere e l’autista e non anche con il medico. La qual cosa, in questo caso, ha comportato che lo Spoke di Castrovillari rimanesse per molte ore sguarnito di Ambulanza, creando un vuoto nella filiera del Pronto Intervento. Ed anche su questo punto aspettiamo risposte dal responsabile del SUEM 118 dr. Borselli. C’è infine da chiarire – conclude la risoluta presa di posizione del Segretario Comprensoriale della CGIL.FP Vincenzo Casciaro – perché a Rossano si è dovuto attendere per tante ore, prima di dare assistenza all’anziano paziente di Trebisacce e di “liberare” l’Ambulanza e i sanitari di Castrovillari, rimasti per 6 lunghe ore intrappolati in un assurdo silenzio e in una incredibile vicenda, dentro tute impermeabili e con mascherine, visiere e quant’altro, sfiancati fino allo stremo per fame, sete e necessità fisiologiche?».

Pino La Rocca