Alto Jonio-05/01/2021: LSU e LPU non più precari,ma con un salario ridotto

LSU LPU C.villari
V. Laurito

 

 

 

 

 

 

 

 

ALTO JONIO LSU ed LPU stabilizzati a tempo indeterminato e non più precari a vita ma, in molti casi, con una forte riduzione salariale che mette a rischio la sopravvivenza economica delle loro famiglie. E’ la preoccupazione espressa ieri, 4 gennaio 2021, dal Segretario Comprensoriale Pollino-Sibaritide-Tirreno della Nidil_Cgil Vincenzo Laurito riguardo alla situazione degli LSU ed LPU i cui Comuni, presso cui prestano servizio “da precari” nelle più svariate mansioni da ben 22-25 anni, non possono (specie i comuni più piccoli), o non vogliono, contribuire con una propria quota-parte di salario ad integrare le somme erogate dal Governo Centrale e dalla Regione che, come è noto, ammontano a 13.096 euro per un singolo lavoratore. Risorse che, secondo quanto ribadisce lo stesso Laurito, non sono bastevoli, sebbene entrambe ormai storicizzate, per assicurare un salario congruo e dignitoso a questi lavoratori ma riescono a soddisfare un fabbisogno solo parziale pari a 18 ore settimanali per i lavoratori della Categoria A, 17 ore per la Categoria B e solo 15 ore per la Categoria C, che non sono certo un salario sufficiente per consentire una vita dignitosa alle famiglie di questi lavoratori. «Come Sindacato – ha assicurato Vincenzo Laurito ricordando la proroga di tre mesi (31 marzo 2021) concessa dal Governo come termine ultimo e improrogabile per procedere alla stabilizzazione di questi lavoratori – siamo fortemente impegnati, per la verità insieme alla politica locale e regionale in modalità by-partizan, a sollecitare il Governo a fare un ulteriore sforzo e ad aumentare i fondi a favore di questi lavoratori, ma certi Comuni, – ha ammonito il Sindacalista della CGIL Comprensoriale facendo i nomi di 8 Comuni ricadenti nel Comprensorio Pollino, Sibaritide, Tirreno – che utilizzano da anni l’importante forza-lavoro costituita da LSU ed LPU, non devono defilarsi dalle loro responsabilità e pretendere che a pagare sia sempre e solo…pantalone, anche per una questione di legalità e di equità rispetto ai Comuni che, pur non navigando nell’oro, si sono invece accollati l’onere di contribuire con una propria quota-parte al pagamento di questi lavoratori, riuscendo così a garantire fino a 25 ore settimanali (vedi Cassano Jonio, Castrovillari e Trebisacce) e, in alcuni casi, anche di più». Apprezzabile, sempre secondo Vincenzo Laurito, lo sforzo compiuto da tanti Comuni, anche piccoli come San Lorenzo Bellizzi, Oriolo, Montegiordano, Saracena, Plataci…, che hanno stabilizzato fino a oltre 40 lavoratori e di altri Comuni, come per esempio Cerchiara di Calabria che, pur versando in situazioni finanziariamente precarie, hanno provveduto nei termini previsti o si sono impegnati a farlo entro il prossimo 31 marzo. «Diverso il discorso di altri Comuni – ha incalzato ancora il sindacalista della Cgil – che finora si sono dimostrati recalcitranti adducendo motivazioni strumentali e demagogiche, i quali utilizzano da anni questi lavoratori per assicurare i servizi alle loro comunità ma pretendono che a pagarli sia solo lo Stato, quasi fossero dipendenti statali. Ci sono addirittura Segretari Comunali, – ha rivelato lo stesso Laurito – che per offrire un alibi ai propri amministratori, mettono in discussione la stabilità dei fondi della Regione e anche del Governo che sono ormai storicizzati da tempo. Per cui, – ha concluso il Responsabile del Dipartimento “Mercato del Lavoro” della Cgil Vincenzo Laurito rivolto agli 8 Comuni riottosi – stabilizzare LSU ed LPU per sole 15-17-18 ore settimanali, significa condannare questi lavoratori e le loro famiglie a un salario misero, con il quale si rimane a vita al di sotto della soglia di povertà e ad una pensione sociale che, se ci sarà, sarà di poco superiore a 500 euro mensili».

Pino La Rocca