Trebisacce-17/02/2021: Rubrica letteraria a cura di Salvatore La Moglie Incontro con l’opera. Il romanzo di Orazio Santagati* La percentuale dell’angelo, Algra, 2020 di Salvatore La Moglie
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Rubrica letteraria a cura di Salvatore La Moglie
Incontro con l’opera. Il romanzo di Orazio Santagati* La percentuale dell’angelo, Algra, 2020
di Salvatore La Moglie
Tra i più grandi pregi del fluido romanzo La percentuale dell’angelo di Orazio Santagati – autore di notevole spessore intellettuale e artistico – c’è quello, a nostro modo di vedere, di aver incentrato tutta la narrazione su una intrigante e coinvolgente mise en abyme che riesce ad inchiodare il lettore alla sedia e a proseguire nella lettura perché vuol vedere e capire come andrà a finire, quale conclusione lo scrittore ha deciso di dare al suo racconto.
Che il tipo di narrazione faccia parte del genere giallo, crediamo sia indiscutibile: dall’inizio alla fine risulta lampante che il racconto è strutturato e congegnato secondo la tecnica narrativa del giallo, fatta, appunto di brivido dell’imprevisto, di personaggi imprevedibili e sorprendenti, di agguati polizieschi, di omicidi o tentati omicidi e insomma tutto quello che è riconducibile al poliziesco, alla spy-story e anche al noir non fine a se stesso ma impostato, però, su una trama di pensiero e di riflessioni (nella fattispecie di tipo scientifico e filosofico) che rendono la narrazione ancora più affascinante e persuasiva, anche perché pone il lettore di fronte alla possibilità di una distopia, cioè di un’utopia alla rovescia, in cui la probabilità di un catastrofico futuro dovuto alla pericolosità di certi esperimenti (fanta)scientifici, per fini non sempre nobili, può diventare una tragica realtà, un probabile terribile scenario. E, in questo caso, la distopia è legata addirittura all’enigmatica esistenza di un libro, oggetto, misterioso, di attenzione da parte di arcane entità legate ai servizi segreti di più di un Paese.
Insomma, ci troviamo di fronte a un giallo non banale, che rientra a pieno titolo in quello d’autore, cioè nel filone dei grandi scrittori del Novecento, e le sequenze che leggiamo sembrano delle vere e proprie sequenze cinematografiche, da film che vorremmo veder proiettato sui grandi schermi. Tutto il racconto è sviluppato con un registro linguistico medio-alto ma indubbiamente antiaccademico, che si avvale della mimesi del parlato popolare fino all’uso di costrutti e vocaboli del dialetto romanesco e/o siciliano.
Dall’inizio alla fine, il lettore si trova di fronte i tre protagonisti principali del libro: Gerico Mancini, un ex colonnello dei servizi segreti in pensione ma ancora uomo di molto fascino; Isabel Cordoba, una strana, misteriosa, bellissima e ricchissima giovane donna spagnola, con un occhio verde e un altro azzurro, e un’altrettanto strano e misterioso saggio che lei dice di cercare, di aver già letto e di conoscerne il contenuto e anche che è già nella mente di Gerico, conosciuto casualmente in una biblioteca di Londra. Naturalmente, Gerico rimane scioccato e basito di fronte a quella notizia, gli sembra che la misteriosa donna voglia beffarsi di lui, di lui che, da un po’ di tempo, è alla ricerca del senso della vita, del suo significato più profondo, quello che porta a riflettere su cosa siamo stati, cosa siamo e cosa saremo dopo la nostra effimera vicenda umana e terrena. E, infatti, il libro inizia con Gerico che è alle prese con gli studi cosmologici, è affascinato dal modello cosmico quantistico e dal calendario cosmologico di Carl Sagan, genio dell’astrofisica e grande pensatore. Isabel gli dice che sta cercando quel saggio incentrato appunto su certe teorie cosmologiche, in cui si parla del tempo, della memoria, degli stati psicologici umani più nascosti, di ciò che trascende la morte sensibile dell’uomo, della quantità di energia contenuta nell’Universo e delle emozioni che viaggiano nel tempo, quelle dimenticate e/o quelle libere di esprimersi nel futuro. Gerico è fortemente attratto da quella misteriosa sconosciuta e dagli argomenti di cui parla in quanto sono i suoi, gli stessi di cui si sta occupando e, alla fine dell’incontro, viene fuori il titolo del libro che lei sostiene di aver già letto: La percentuale dell’angelo. Gerico continua a ripetere che il libro non esiste e lei gli risponde che è vero ma che esiste nella sua mente (di lui) e che lei, però, l’ha già letto. A un Gerico che appare come una matta, lei dice che il mistero di questo libro non può essere svelato perché è una cosa che riguarda il futuro. Gerico, tuttavia, sembra convinto di aver letto quel libro e che il titolo era proprio quello. Lui stesso aveva iniziato a scrivere pensieri e riflessioni per un saggio sul tempo, la memoria e la nostra psicologia in relazione alla teoria dei quanti e a quella relativa di Einstein con dentro l’universo, la materia, l’energia cosmica e la cosiddetta particella di Dio in relazione alla nostra arcana, misteriosa esistenza.
Ad un certo punto del racconto, la misteriosa Isabel chiama Gerico e gli conferma che il misterioso libro che cercava si intitola proprio La percentuale dell’angelo e che l’autore è proprio lui, Gerico: lo scriverà e, infatti, gli dice che non sta pensando ad altro che a questo libro che scriverà, perché rientra nel suo destino e che, insomma, è come se già fosse scritto. Ed è vero: per Gerico, quel libro è una vera ossessione! Come pure incomincia ad esserlo sempre di più quella strana donna che gli sembra di conoscere da chissà quanto tempo, lui, con due figli, divorziato da anni e con alle spalle tante altre storie d’amore e di sesso. Ma adesso non pensa che a Isabel, di cui sa così poco e che gli dice che lui è il suo scrittore preferito per il saggio che avrebbe scritto ma che già di fatto lei conosce, che sarebbe stato un best seller, letto in tutto il mondo, un vero e proprio caso letterario. E così, Gerico si lascia coinvolgere e pensa: Davvero potevo scrivere qualcosa di buono? Comunicare in forma compiuta e comprensibile la mia prospettiva sull’Universo? Argomentare sul senso della vita in generale e il sentimento di smarrimento di fronte all’infinito? Se davvero non esisteva ancora un autore de La percentuale dell’angelo, potevo mai essere io? Del resto, sentivo quel titolo, quei contenuti e quei problemi come qualcosa di molto vicino alla mia sensibilità. Ragioni e interrogativi che mi stregavano.
A favorire la sua ispirazione viene, una sera, un canale televisivo inglese in cui si parla della preparazione di un certo tipo di whisky scozzese: …sentii dire qualcosa riguardo una sorta di evaporazione parziale del quantitativo di scarto del super alcolico. Incredibile! Quello scarto di evaporazione era stato chiamato percentuale dell’angelo. Ebbene, il suo libro lo avrebbe intitolato proprio in quel modo, del resto: Isabel mi aveva parlato di un saggio consacrato alla ricerca delle emozioni perdute, con riferimento ai principi di creazione e conservazione di energia nel cosmo. Ecco, era su quello che dovevo lavorare, sulle emozioni smarrite, sprecate, dimenticate e sul mistero dell’energia che muove l’Universo. Gerico è sempre più affascinato e coinvolto da quel libro-destino che Isabel ha detto essere già nella sua mente e nel futuro e, quindi, si mette a ragionare:…L’emozione caratterizza una grossa percentuale del nostro essere, nonostante il fatto che spesso nasca da un fondamento opaco, insondabile, e che non abbia un valore direttamente rivelabile, così come succede con l’energia oscura diffusa in gran parte dello spazio, causa dell’espansione accelerata dell’Universo.
Cominciai a fissare alcune idee, partendo da una costatazione piuttosto banale, ossia che non tutte le emozioni godono dello stesso trattamento da parte della nostra coscienza: alcune di esse restano impresse nella memoria, altre volano via. E non è detto che a essere scartate siano quelle meno importanti o coinvolgenti… Qual è allora la discriminante in atto? come possiamo perdere certe suggestioni? Perché i ricordi ci rendono così vulnerabili e da quale energia sono mossi?
Sappiamo che nel cervello umano vi è una sezione del sistema limbico, che si chiama amigdala, predisposta all’archiviazione delle emozioni: paura, disgusto ed empatia su tutte. Secondo altri studi, la zona su cui concentrarsi è l’area tegmentale ventrale, un luogo della psiche che ha poco ha a che fare con l’intelligenza razionale, dove cioè si muovono soprattutto pulsioni istintuali, legate all’orgoglio, alla volontà e ai desideri. Ciò suggerisce che la scelta del ricordo e il senso dell’emozione non sono mai effetti completamente logici. Le emozioni e le memorie si fondono e si sviluppano in un’area nebulosa del nostro essere, e lì ritornano, per obliarsi. Ma le emozioni sono comunque importanti per l’intelligenza: grazie a loro conosciamo e giudichiamo il mondo, capiamo l’altro, miglioriamo noi stessi e personalizziamo la memoria. Il punto è che ci sono cose che non comprendiamo, non possiamo sopportare, o ricordare per sempre. Quindi abbiamo bisogno di dimenticare, di fare spazio. Ma nulla si perde davvero in questo Universo, e c’è un posto per tutto… Ed ecco il collegamento con la cosmologia: la caratteristica fondamentale dello spazio extragalattico è quella di diffondersi e quindi svilupparsi, attraverso nuove radiazioni comprese tra le onde radio e i raggi gamma o particolari reazioni di fondo a microonde, che sembrano vicine per natura e densità a quelle originate dall’esplosione primordiale dei mondi: l’energia oscura, il risultato delle fluttuazioni del vuoto.
C’ero! All’improvviso, mi era tutto un po’ più chiaro. La percentuale dell’angelo ineriva il tasso di opportunità inespresse e di potere non esplicato contenuto in ogni emozione e in ogni ricordo, l’ombra insondabile che accompagna ogni scelta, azione, sentimento, aspirazione, dolore… E tutto ciò aveva senso in base al principio di omeostasi, ossia alla tendenza naturale che in chimica e in fisica conduce ogni fenomeno al raggiungimento di una relativa stabilità di forze. Dunque, anche se ogni emozione porta con sé un carico immenso di energia nervosa, il cervello umano tenderà sempre a intuirne solo una piccola parte, quella gestibile e convertibile in informazioni spendibili per la sopravvivenza. E il resto? Il resto viene archiviato da qualche parte della coscienza come contenuto ambiguo, influsso misterioso, stimolo elettrochimico sconosciuto allo stesso sistema nervoso centrale.
…Avevo trovato la via, il metodo, la lente attraverso cui investigare i problemi che mi stavano a cuore. Mi misi perciò a ragionare sul fatto che l’essere umano vive attraverso unità concettuali ed esistenziali, come la ragione o il torto, il vero amore e altre impressioni senza nome, la felicità o il disagio, che dipendono in tutto e per tutto dal momento in cui si esprimono e dal nostro particolare stato di coscienza. La nostra mente non è in grado di intendere tutto ciò che sta succedendo, di assorbire e interiorizzare, coscientemente o inconsciamente, ogni emozione sperimentata. Per andare avanti, per non impazzire, abbiamo bisogno dell’oblio, della capacità di ignorare, semplificare e dimenticare. In fondo, non si può essere totalmente felici senza lambire la stoltezza e una certa insensibilità. Non è possibile vivere integralmente ogni esperienza, dedicare il massimo dell’attenzione a tutte le cose che ci circondano. Per questo ogni senso dell’esistenza è caratterizzato da un limite, dalla capacità di ignorare e cancellare. Accumuliamo stimoli, idee e sensazioni, e su di esse si allarga una immensa ombra oscura, un mistero, una percentuale di insondabilità, che è anche una matrice di possibilità, di ricombinazioni, scelta e futura evoluzione.
Senza rendermene conto avevo steso più di dieci fogli… stavo scrivendo il mio libro… L’ultimo periodo che completai trattava l’effetto indefinito delle azioni e delle reazioni dell’uomo su se stesso e sul mondo circostante… A ogni realtà che si esprime e si esaurisce, sopravvivono reazioni temporalmente indefinite e ricordi virtuali della sua forma manifesta: possibilità non espletate, negate o ignorate, che seguitano a esistere, in qualche modo, in un particolare sistema…
Sì, alla fine della vita, o al di là della vita intesa meccanicamente, all’uomo è concesso un tempo ulteriore per lo sfogo delle energie inespresse o irrisolte: fenomeni che proiettati al di là del limite esauribile dell’esistenza biologica esprimono una percentuale vitale di meravigliosa potenza drammatica, come succede per la materia ignota nello spazio che, pur non emettendo radiazioni fisicamente interpretabili, pervade e attraversa ogni corpo gravitante nell’Universo.
Ebbene, abbiamo fatto queste lunghe citazioni perché sono quelle in cui è racchiuso il significato del titolo del libro e del libro stesso. Gerico è razionalmente e scientificamente convinto che la vita totale dell’uomo e soprattutto quella delle sue emozioni, dei suoi ricordi, delle sue sensazioni e, insomma, della sua vita psichica e spirituale non possono finire con la morte, dentro una tomba, di cui pure sa che Foscolo scrisse esaltandole per la loro funzione di civiltà e di ideale dialogo tra vivi e morti. Gerico è convinto che una percentuale di vita e del nostro tempo vissuto è destinata, in qualche modo, a rimanere e a continuare anche dopo e, quindi, si mette a scrivere e a ragionare, e il sentimento dell’amore è quello che un giorno più lo prende, preso com’è dalla forte passione per Isabel e convinto che l’amore sia la più importante emozione della vita: La percentuale dell’angelo c’entrava anche con la capacità sentimentale, con il bisogno di sentirsi amati, di amare con la paura di non poter esprimere la propria passione in maniera autentica.
Quando Gerico, un giorno, riceverà a Londra la visita della figlia Francesca che gli chiede di parlare del saggio che sta scrivendo, le spiega che: Quando dimentichiamo qualcosa, lasciamo in sospeso un pensiero, ignoriamo un sentimento che potremmo provare o cediamo al ricatto incomprensibile di qualche emozione lontana, stiamo sperimentando la potenza di una forza sconosciuta, che supera la nostra coscienza. Siamo portati a credere che un’emozione, una volta che è stata provata, si esaurisca, ma non è così: queste cose non sono mai perdute. credo che ogni impressione dispersa, ogni pensiero rinnegato, preterintenzionale, e tutte le emozioni scordate o non ancora definite siano comunque presenti in noi. Ci deve essere un’energia, una specie di angelo, che si preoccupa di recuperare e conservare per il resto della nostra vita tutto ciò che non siamo capaci di vivere o intendere in piena consapevolezza. E credo anche che tutti questi dati emotivi e sentimentali ci sopravvivano, cioè vadano al di là del tempo inteso come segmento con un inizio e una fine, proprio perché sono molto più forti e profondi della nostra coscienza.
Intanto, mentre è sempre più preso dal suo libro e dal pensiero della sua musa ispiratrice, cioè di Isabel, che cerca invano di ritrovare, Gerico ha deciso di farla finita con Londra e di ritornare nella città eterna, dove ci sono i suoi due figli e il cielo della bella Italia. Insieme a lui parte anche il cane che ha chiamato Dominò. Prima di partire ha fatto l’amore con un’amica londinese, Evelyn, la quale gli rivela di conoscere il suo libro e di averlo già letto come testo stampato. Un nuovo shock per Gerico, che non sa più cosa pensare: se le matte sono le due donne o se il matto è lui…
Una volta a Roma, inizia un altro giallo: il giorno di Natale qualcuno ha sparato alla schiena di Gerico che, pertanto, rischia di rimanere su una sedia a rotelle a vita. Ma chi è che ha sparato? Chi è perchè lo voleva morto? Qualcuno dei servizi segreti per vecchia ruggine o tardivo regolamento di conti?
Dopo l’ospedale e il rientro a casa, sarà una donna russa assunta per assisterlo, Helena Domascheva, che cercherà di ucciderlo non si sa mandata da chi, ma non riuscirà nell’impresa in quanto viene freddata dal Texano, uno spietato uomo dei servizi, andato lì da Gerico insieme a un certo Giovanni e al vecchio amico Maurizio Greco, uomo dei servizi esperto in certe poco pulite operazioni e insieme a lui in tante missioni di pace in Afghanistan e nel Medio Oriente. Maurizio gli spiegherà di essere stato mandato lì, presso di lui, proprio per proteggerlo. Ma Gerico non riesce a capire chi possa volere la sua morte, visto che dall’oscuro mondo dei servizi è ormai fuori da alcuni anni. Comunque, per sicurezza, decide di partire per Catania, la città dei suoi genitori adottivi. Ed è proprio al porto di Messina che rivede la bellissima Isabel, che si trova in Sicilia per una conferenza a Taormina. Isabel gli dirà che il padre è morto e che adesso è una ricchissima ereditiera. Per Gerico inizia la guarigione e soprattutto la grande storia d’amore con Isabel, mentre è sempre più convinto della percentuale dell’angelo e quindi che, pur non credendo nell’aldilà, la vita non si esaurisce con la morte, e questo me lo dice la scienza, con il principio di conservazione e trasformazione dell’energia e l’identità tra vita e Universo: siamo parte dell’Universo, e l’Universo è una realtà in espansione, che non conosce fine né limite, quindi al di là dell’esistenza concreta che sperimentiamo nel corpo e col corpo, sarà per noi possibile continuare a partecipare all’essere, sotto una forma diversa in termini di energia e valore materiale.
Intanto, Isabel è ritornata in Spagna ed è come sparita e, così, Gerico parte per andare a cercarla, perché ormai non può più vivere senza di lei. La ritroverà e scoprirà di lei (donna così misteriosa ed enigmartica) cose che ignorava completamente, come, per es., il fatto che il padre era interessato a ricerche e ad esperimenti tecnologici e da fantascienza, e che era stato fatto uccidere probabilmente per i segreti che conosceva in merito a certi esperimenti subatomici e a certe particolari ricerche. Isabel, così ricca, cammina sempre scortata da due gorilla pronti a proteggerla, è anche proprietaria di hotel e soprattutto custode pericolosa di formule e di segreti scientifici che potevano far gola a mezzo mondo, forse anche su La percentuale dell’angelo. E, infatti, un giorno ci provano a colpirla ma Gerico, che porta sempre con sé la sua rivoltella, la salva uccidendo l’uomo andato per eliminare la donna. Si trattava di Gerard Byron Nashville, che aveva collaborato per anni con il padre (di lei) Juan a sperimentazioni subatomiche e ad altri progetti. A rendere tutto più facile per Gerico è Manuel, suo vecchio amico dei servizi spagnoli.
Risolta per il meglio la brutta faccenda, Isabel resta in Spagna e Gerico torna a Roma dove riprende a scrivere il suo libro che per Isabel è sempre stato già scritto e già più volte letto, come gli confermerà più in là per telefono. Gerico aveva notato una certa particolare tristezza che spesso affiorava sul volto di Isabel e aveva capito che ci doveva essere qualcosa che la turbava. Gerico riuscirà a farle dire cosa la rendeva malinconica, anche perchè solo così sarebbe riuscita a venirne fuori: il padre, sin da bambina, l’aveva molestata più di una volta. Quindi, i due innamorati decidono di stabilizzare il loro rapporto con una convivenza normale, più stabile, appunto, e così Isabel va a Roma per stare con Gerico e conoscere i suoi due figli.
Più in là Gerico scoprirà che Isabel, da giovanissima, era stata affetta da una particolare forma di epilessia e forse stava in questa sua vecchia malattia il segreto del suo viaggiare nel tempo, il suo essere visionaria, il suo essere così particolarmente strana. Isabel racconta a Gerico che il prof. Nashville: Aveva un progetto molecolare sul bombardamento delle antiparticelle subatomiche, un modello per intervenire sul DNA, sulla metilazione, mi pare, e alterare la curvatura energetica delle cellule. Diceva che così sarebbe stato possibile resettare la memoria dei cromosomi e bloccare la malattia, intaccando le strutture che codificano le informazioni di spazio e tempo… Avevo dieci anni, mi portarono in una camera di piombo, costruita da mio padre per gli esperimenti di fisica della particellare. Rimasi lì dentro per due giorni, senza mai alzarmi da quel lettino. Ma non avvenne nulla. Nashville diceva che dovevo essere preparata alla stimolazione con un ciclo clinico. Ripetemmo quell’esperimento più volte. Poi fui sottoposta a un’operazione all’ippocampo. Ma miglioravo appena e il mio disagio neuronale non era stato superato… Mio padre sapeva che quell’esperimento era pericolosamente radioattivo, in più era stata aperta un’inchiesta sulle attività della nostra società per comportamenti non etici….Quelle sessioni nella camera di piombo mi aiutavano a dimenticare, ad allontanarmi da me stessa. Mi facevano sognare: tramutavano i miei incubi in piacevoli esperienze di pace, surreali visioni. Erano gli unici momenti in cui riuscivo a non pensare al male che mio padre mi usava. E dopo ogni ciclo mi sentivo più libera. Così, nonostante il divieto di mio padre, continuai a intrufolarmi in quella stanza. Nashville era favorevole: credeva che in quel modo avrebbe potuto continuare a sperimentare la sua teoria, e perciò non disse mai niente a mio padre. E piano piano, l’epilessia è scomparsa… Non so di cosa possa essersi caricato il mio corpo, ma il mio cervello ha subito, tramite le visioni e i pensieri indotti dalla sti -molazione, una sorta di scacco. Nashville mi spiegò che il mio subconscio era emerso e dialogava ora apertamente con la parte cosciente della mia mente. Rivivevo con precisa chiarezza momenti passati, lontanissimi nel tempo, e riuscivo a intuire, man mano più nitide, verità legate al futuro… come se tutto fosse già scritto e narrato all’interno della mia mente.
Gerico non credeva alle sue orecchie. In seguito a quei trattamenti un occhio di Isabel aveva cambiato colore. Proprio viaggiando nel futuro, spiega Isabel ad un attonito Gerico, le è stato possibile conoscere il suo libro, vederlo stampato e leggerlo e poi di innamorarsi di lui!… Una storia assurda ma vera, sostiene Isabel, la quale ci tiene a dire che non lo sta ingannando. In ogni modo, tutte le leggi della fisica sembravano messe in discussione.
Quello che, però, non era in discussione era il loro amore e, infatti, si sposano perché non riescono più a stare come meri amanti. Dopo un po’ di tempo, però, Isabel viene rapita a Bangkok, dove era andata per lavoro. Gerico vola lì per andare a salvare la donna che ama. Tramite un suo amico (Paolo Rambaldi) viene messo in contatto con un certo Dacha, detto Tulipano, un pericoloso trafficante di droga nonché finanziatore della pirateria siamese, al quale dice che è disposto a qualsiasi cifra pur di liberare sua moglie. Ma perché l’avevano sequestrata? Cosa volevano? Forse ricattare lui attraverso Isabel o c’entrava forse il suo libro? Intanto, Rambaldi viene avvelenato e, siccome è con Gerico, la polizia lo arresta per omicidio e lo sbatte in una lurida e orribile prigione. In una cella e in una situazione kafkiana, Gerico finisce per ammalarsi ed essere ricoverato in un ospedale, anche perché imprevedibili e misteriosi avvocati sono riusciti a scagionarlo dall’accusa di omicidio. In ospedale conosce tre ricercatori che dicono di conoscere Isabel e che fanno parte del progetto di ricerca denominato Jenser e portato avanti dall’azienda Complex, di proprietà di Isabel. Gerico chiede ad alta voce che gli venga spiegato in cosa cosiste il progetto Jenser e così uno dei ricercatori gli dice che: …Isabel aveva investito ingenti capitali nella sperimentazione di processi di ricombinazione e rilocazione di composti molecolari. In pratica, studiavano stratagemmi per far sparire particelle o atomi per brevi istanti e farli ricomparire a qualche millimetro di distanza… Jenser è molto di più di un’illusione. Stiamo parlando di rivoluzione sostanziale della materia, alterazione del campo energetico e di sublimazione logica della struttura sub-cromosomica: gli oggetti che subiscono il trattamento Jenser perdono massa e vengono accelerati assecondando un profilo energetico incline alla curvatura gravitazionale negativa, dunque sono predisposti alla proiezione direzionale progressiva non chiusa del tempo. Insomma, si trattava di una tecnologia in grado di attuare a livello microscopico tutti i principi fisici della relatività generale.
Il discorso cade sui fotoni capaci di viaggiare nel futuro, e anche nel passato, e sulla teoria di Einstein dello spazio-tempo e Gerico si convince sempre di più che quella storia non può essere cosa di meri terroristi ma di servizi segreti di potenze interessate a un così sconvolgente progetto. E, pertanto, Gerico decide di bluffare e dice di far sapere ai rapitori che da quel momento devono rivolgersi a lui per le trattative, in quanto lui sa tutto dei progetti e che Isabel gli ha dato le chiavi dei suoi archivi privati. Il bluff riesce e Gerico viene contattato e la narrazione di fa sempre più da spy-story, da giallo mozzafiato con brivido dell’imprevisto. Cinque uomini da servizio si trovano una sera di fronte a Gerico mentre una finta prostituta lo perquisisce per poi essere freddata da Maurizio, il suo vecchio amico e spietato uomo di quell’oscuro mondo, il quale gli dà tre giorni per tornare in Italia e prendere i documenti del progetto Jenser: se non manterrà la parola, per Isabel si metterà male. Intanto, dopo più di una settimana, Gerico si trova presso un piccolo villaggio ed è lì che la sua Isabel è tenuta prigioniera. Dopo una sparatoria in cui resta leggermente ferito ad un braccio, Gerico riesce a trovare Isabel, che è legata e molto segnata dalla prigionia. Quindi, in un’ultima scena da film Gerico colpisce a morte due uomini di malaffare dell’Oman che erano con Maurizio (pronto ad uccidere Isabel) e poi lo stesso Maurizio, vecchio amico delle sporche azioni da servizio.
Dopo quel brutto periodo seguirono mesi di normalità anche se sempre con le guardie del corpo a sorvegliare la situazione. Isabel restava sempre con le sue idee sul viaggio nel passato e nel futuro e sul libro già pubblicato e letto. Intanto, nel boschetto situato nei pressi del casale nella campagna vicino Roma, un giorno Gerico rinviene il corpo impiccato di una donna, forse lì da due anni: suicidio o assassinio? Si trattava di Federica Prosperi, di 55 anni, vecchia amica e anche amante di Gerico e, soprattutto, donna dei servizi. Federica era stata mandata lì per uccidere Gerico ma poi era stata eliminata perché qualcuno non voleva che il delitto si compisse? Mistero! Dopo la sepoltura della donna a spese volontarie di Gerico, lui e Isabel vanno a stare un po’ di tempo in Spagna, dove un giorno, lei rivela di aspettare un bambino. In verità nasceranno due gemelli che renderanno Gerico l’uomo più felice del mondo. Intanto, un giorno, si presenta a Gerico il fisico teorico dott. Roberto De Plata, che conosce Isabel e dice di voler parlare del progetto Jenser (abbandonato per motivi di sicurezza) e del suo pericolo per il futuro, anche se riguarda esperimenti passati; gli spiega che c’entra anche il suo libro e che: Purtroppo, sua moglie non è l’unica ad averlo letto… il progetto Jenser permette una scomposizione della materia a livello di particelle minime. E tali particelle, tradotte in fotoni, riescono a muoversi nel tempo. Così siamo riusciti a spostare degli oggetti indietro nel tempo del peso massimo di due chilogrammi. All’esperimento presero parte solo sua moglie, il suo defunto padre e il dottor Oliver Perkins dell’università di Londra. Quindi, De Plata gli mostra un plico giallo con dentro articoli sul suo libro che appariranno tra cinque anni ma che sono stati già scritti e gli dice che deve smettere di scriverlo e anzi di bruciare le pagine scritte fino a quel momento, e questo perchè il suo libretto sarà la causa di una vera e propria apocalisse… Fine della civiltà, drastica involuzione demografica, pandemia batteriologica, sviluppo del contro-istinto di estinzione… Lo stralcio di un articolo del New York Times che si riferiva ai prossimi dieci anni, faceva intravvedere un panorama agghiacciante, da finemondo, da involuzione generale che prepara la catastrofe: Gli studi neurologici collegati alle intuizioni contenute ne La percentuale dell’angelo avevano permesso di individuare una zona, presso l’insula di reil, cioè della corteccia cerebrale interna, in cui la mente archiviava e sviluppava contenuti irrisolti dell’emotività. Inibendo il processo omeostatico dell’insula con farmaci specifici a base batterica, chiamati Frz, era possibile annullare le emozioni di paura e dolore. Ma i primi uomini sottoposti a tale sperimentazione medica, depressi e schizofrenici, avevano sviluppato a due anni dal trattamento dei benefici collaterali imprevedibili. Da un lato erano diventati più intelligenti, sicuri e consapevoli, dall’altro avevano del tutto cancellato i freni inibitori dettati dalla coscienza, trasformandosi di fatto in mostri, assassini seriali e violenti paranoici capaci di sedurre le masse e promuovere nelle nazioni sentimenti di odio e tracotanza. Si parlava anche del progetto Jenser, che aveva avuto successo ed era riuscito nella sua prima impresa “umanitaria”: trasportare un fascio di fotoni con informazioni mediche dal futuro al passato, per curare il tumore al cervello e impedire l’aggravarsi di una sindrome ereditaria dovuta al deterioramento dei neuroni. Purtroppo, secondo alcune fonti, insieme alle informazioni positive di cura, il messaggio fotonico aveva portato indietro nel tempo anche il principio attivo dell’Frz, sviluppando una catastrofica pandemia di batteri antibioresistenti. A quanto pare, la finestra temporale subatomica aveva distorto e modificato ulteriormente il filamento proteico essenziale dei batteri rendendoli immuni agli antidoti che gli stessi scienziati avevano sintetizzato nel futuro. Da qui l’origine di una nefasta epidemia, seguita da un’impennata dei tumori al sistema nervoso centrale e allo sviluppo di patologie psichiche di primo grado legate alla schizofrenia acuta violenta. Il mondo sarebbe stato popolato da moribondi e animi aggressivi, senza morale e senza inibizioni, in guerra costante contro tutto e tutti. Il mio libro aveva insomma aperto una specie di vaso di Pandora, pieno di incubi, sofferenza e follia.
Ad Isabel che dice a Gerico di non distruggere il suo libro, il dott. De Plata punta la pistola contro e poi mostra delle brutte macchie ed ecchimosi sul petto e sul collo, frutto dell’infezione batterica dovuta al fatto di aver toccato e sfogliato il maledetto libro: siamo spacciati, moriremo tutti tra cinquant’anni. L’umanità è destinata a soccombere… e tutto questo a causa di un libretto stupido scritto da un dilettante che solo per un caso fortuito è riuscito a intuire una connessione tra emozioni e potenza vitale.
Mentre un gonfio e irriconoscibile dott. De Plata sta cercando di uccidere Isabel, viene freddato da una loro guardia del corpo, portandosi così nella tomba il segreto dei termini tecnici, nei loro dettagli, in merito al batterio introdotto nel libro. Del quale non restava che una copia in giro da dover distruggere prima che, con i micidiali batteri, avrebbe potuto scatenare la catastrofe. A possederla era Olivier Perkins, un collaboratore dell’azienda dei Cordoba e padre di Evelyn, l’ex amante di Gerico, che aveva promesso a Isabel che avrebbe bruciato il libro. Secondo Gerico è vero che il suo libro è pericoloso perché:… Gli scienziati si sono basati sulla mia teoria dell’omeostasi emotiva e sul principio di traduzione dell’energia oscura dei sentimenti per sintetizzare l’Frz. Adesso non restava che, dolorosamente, distruggere i files del libro contenuti nel computer e nelle memorie esterne, anche se a Gerico: …sembrava impossibile che i miei pensieri fissati su carta potessero produrre una eco così potente e nefasta, inoltre non riuscivo a inquadrare bene la radice del problema. Era come recitare da protagonista per un film fantascientifico…
Adesso, però, non restava che distruggere anche tutto il progetto Jenser, la sua tecnologia e la sua documentazione superstite. Ma cos’era questo Jenser? Isabel lo spiega così a Gerico: Assomiglia a una camera senza soffitto, a una piscina vuota. Ma non ha confini regolari, perché durante il bombardamento degli atomi si deve frenare e direzionare il processo di indeterminazione, disperdendo un numero preciso di fotoni. Inoltre, fa sapere che furono aiutati dal Cern che si trova a Ginevra, dietro un lautissimo compenso: 200 milioni di euro!
Intanto, Gerico dubita che Evelyn abbia davvero distrutto la seconda copia del libro (la prima l’ha distrutta Isabel) e così vanno a Londra e qui Gerico scopre che il libro è custodito in una cassaforte: lo prende e lo brucia. Dopo il ritorno in Italia e la quasi raggiunta tranquillità, dopo alcuni mesi nascono i due gemelli. Non restava che andare a Ginevra per effettuare l’esperimento sul Jenser con l’aiuto del prof. Mayer, che era stato il responsabile del primo esperimento Jenser al Cern di Ginevra. Gerico dice al professore che, in nome della salvezza dell’umanità: Noi dobbiamo riattivare il Jenser e collegarlo all’acceleratore di particelle per permettere di mandare un messaggio scritto a Isabel nel passato. Devono fermare tutto e rinunciare al progetto. Alla fine (anche perché Gerico lo ricatta per i tanti denari ricevuti per gli esperimenti) il professore cede e dice che si farà come Gerico ha chiesto. Così, il 28 aprile, Gerico e Isabel sono a Ginevra e il 29 al Cern: Indossammo mascherine e tute, poi ci infilammo nella sala comando dell’acceleratore di particelle. Gli scienziati in camice bianco che erano con noi presero il loro posto dinanzi a schermi e consolle… Vidi un segmento di un grosso tubo lucente. Sembrava una galleria subacquea. Quell’impianto poteva svelare i segreti dell’Universo, ricreare condizioni impossibili di velocità, gravità e pressione, rappresentare apocalissi e riavvolgere il tempo concreto. Così racconta Gerico, di fronte al terribile apparato Jenser. Nella camera dove sarebbero entrati per l’esperimento, Gerico aveva messo in una cartellina gialla il messaggio da inviare alla Isabel del passato. A Isabel che non vuole che Gerico rischi la vita insieme a lei, lui risponde che: La mia percentuale dell’angelo si annulla oggi, ma quello che c’è dentro, tutto quello che non ho scritto, non può morire con me. Quindi, l’esperimento parte e i due sono avvolti da un grande fascio di luce laser. Dopodichè, i due ritornano in Italia.
Alla fine, Isabel e Gerico si ritrovano e si rivedono come se fosse la prima volta: sei anni dal passato al futuro o forse dal futuro al passato: in fondo il tempo, è relativo, no? Siamo fatti di tempo e di memoria e le nostre emozioni non muoiono del tutto, non si perdono, possiamo sempre recuperarle e, del resto, non consiste in questo la forza di un libro e la pratica della scrittura? E alla fine ci sente un po’ tutti scrittori di fronte gli occhi di qualcuno, al cospetto dell’amore e nell’evanescenza dell’essere con la forza di fermarsi e tornare bambini per capire meglio la vita. Ognuno di noi sta scrivendo una pagina di un grande libro non sapendo che se la perderà, la cancellerà per sbaglio, non sarà più in grado di riscriverla ma di cambiare… e di riviverla.
E intanto, noi lettori, giunti alla fine della nostra lettura sulla storia di questo libro nel libro, del libro protagonista che ha lo stesso titolo di quello che leggiamo e che doveva essere distrutto perché pericoloso per l’umanità, intanto noi lo abbiamo letto e non è stato un pericolo e, anzi, ci ha arricchiti. Anche noi abbiamo fatto il nostro viaggio nel tempo, nella memoria, ci siamo emozionati, abbiamo recuperato una parte di noi, qualche nostra vecchia emozione o sensazione che credevamo perdute per sempre. In fondo, un libro è anche questo: un affascinante viaggio nel tempo, nel ricordo, diretto alla ricerca e alla conoscenza approfondita di noi stessi, alla ricerca del senso, del significato della nostra vita, alla ricerca di quella percentuale dell’angelo che è nostra, che nessuno ci potrà mai togliere e che non potrà mai essere perduta.
*Orazio Santagati è nato a Catania nel 1960 e dal 1962 vive a Roma. Sposato, con sei figli e cinque nipotini, è un imprenditore nel settore del commercio elettrico ed elettronico, ma con la passione per la cultura e la letteratura. È stato vicepresidente della Biblioteca della Shoah di Roma e della Fondazione Levi Pelloni di Roma e Fiuggi. È Presidente della Onlus Memoria nel Cuore, Presidente e ideatore dei prestigiosi Premi intestati rispettivamente a Piersanti Mattarella e Marco Vannini. Nel 2013 ha pubblicato il primo libro L’amico del Fuhrer con il quale ha vinto il Premio Fiuggi Storia, sono seguiti, poi, un libro di aforismi Petali di sabbia e nel 2017 Ericlea. Verso la fine del 2020 è uscito l’ultimo importante romanzo La percentuale dell’angelo per Algra editore. Altri lavori sono in cantiere.