Trebisacce-22/04/2021: LA DENUNCIA IN “RITARDO”

             

Raffaele Burgo

      LA DENUNCIA IN “RITARDO”

Se si denuncia in ritardo uno stupro, esso perde di credibilità? Certo che no, ma questa risposta non è proprio scontata per tutti, sicuramente non lo è per chi è potente e crede di poter modificare un evento o il finale stesso tentando in tutti i modi di negare l’evidenza.

In seguito alle notizie divulgate di recente, la domanda che ultimamente è sorta a tutti è perchè si pensa che una denuncia fatta immediatamente dopo aver subito uno stupro abbia più valenza di una fatta dopo giorni, un mese, o anche un anno?

Nel momento in cui parliamo di stupro, parliamo di violenza sessuale, fatta senza scrupoli, senza pensarci due volte.

Proprio come ogni tipo di violenza, è sempre complicato rendersi conto di quanto accaduto ed essere abbastanza lucidi per parlarne e denunciare.

Chi ne è vittima subisce un atto sessuale contro la sua volontà, si tratta di un delitto, e, come in tutti i delitti, i colpevoli devono essere condannati. Un atto del genere può forgiare nella mente un forte trauma, difficile da “accettare” e superare.

Possono volerci ore così come anni. Chi subisce tale violenza si ritrova a convivere con le proprio emozioni, sensazioni, molte donne provano un senso di vergogna, di imbarazzo, autoconvincendosi di essere “sporche” e sbagliate, quando la colpa invece è solo delle menti malate di chi compie.

Sono tanti i modi in cui una persona può reagire di fronte a questo ma soprattutto ogni donna deve sentirsi libera di avere il tempo per metabolizzare. Non si tratta di un giochetto, di uno scherzo, di un’azione compiuta per divertirsi, ma di un atto spregevole oltre l’immaginabile. E se accade non è colpa dell’abbigliamento,  di una gonna più corta che si decide di indossare, di una maglia più aderente, di un rossetto rosso o di un paio di tacchi a spillo.

Il modo in cui una donna è vestita non può essere giudicato come un attenuante, non giustifica l’abuso.

Ha rilevanza il luogo in cui avviene uno stupro? Non dovrebbero esistere luoghi  in cui una donna, in questo caso, e anche un uomo non debbano sentirsi al sicuro. Che lo stupro avvenga in discoteca o in casa è pur sempre uno stupro, il luogo è irrilevante, non ci sono contesti o situazioni che autorizzano una persona a compiere questo gesto.

La cosa più terribile è che questo tipo di violenza è praticato anche dai più giovani, da adolescenti convinti di non commettere nulla di sbagliato. E’ fisiologico che un padre difenda il proprio figlio a priori, ma in questo caso non è accettabile. A maggior ragione che la persona in questione sia il figlio di un personaggio in grado di influenzare e richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica. Ovviamente la magistratura avrà modo di analizzare la vicenda, ma una cosa è certa, chi compie uno stupro va punito, non possono esserci nè “se” e nè “ma“. E soprattutto non si può essere consenzienti ad una violenza, questa frase non deve essere più detta.

MILENA ANGELILLO

Chi è Milena Angelillo?

Milena è una ragazza d’altri tempi, una ragazza che crede ancora fermamente nei valori veri e profondi della vita, una ragazza appassionata di giornalismo e che, quindi, rincorre il suo sogno di lavorare nel settore, studiando all’Università al fine di aumentare le sue conoscenze.

Come si può vedere, ama scrivere in modo forte e determinato, occupandosi di tematiche attuali, sempre con quella sensibilità che contraddistingue tutta la sua vita.

Legata alla famiglia e ai princìpi tradizionali, è un punto di riferimento per tanti giovani.

Le auguriamo grandi successi, certi che la sua passione la porteranno a raggiungere traguardi prestigiosi.

RAFFAELE BURGO